In questa annata ludica nella quale ancora stenta ad emergere il bestseller ognuno di noi tende ad indirizzarsi, nel dubbio, verso le novità degli editori che nel 2013 avevano riservato, con le loro uscite, le migliori sorprese.
Anche io l'ho fatto con diversi miei acquisti, come El Gaucho (che seguiva Yunnan), Colt Express (successore di Lewis and Clarke), Spike (dell'editore di New Haven) e lo stesso è accaduto quando sono passato allo stand dell' Osterreichisches Spiele Museum, editore austriaco che devolve gli incassi dei propri titoli per beneficenza, il quale lo scorso anno aveva tirato fuori dal cilindro l'ottimo Handler der Karibik.
A questo giro i titoli nuovi erano due, ovvero Paititi e Bakerspeed, ed io non me li sono lasciati scappare e colgo l'occasione per parlare di entrambi in un'unico articolo.
Paititi
Ne è autore Walter Schranz, già noto per il suo Gioco di carte di Mondo senza fine, ed è un gioco di carte per 2-5 giocatori dagli otto anni in su, con tempo medio a partita di mezz'oretta, indipendente dalla lingua (salvo il manuale, che nella scatola è solo in tedesco, ma che si trova online in inglese). Le meccaniche proposte sono di (basica) gestione azioni e di raccolta set.
All'interno dello scatolotto (stavolta di dimensione più generosa rispetto a quello di Handler e con un inserto in plastica per alloggiare le carte) si trovano 120 carte, divise in tre mazzetti, ossia le carte scavo (64), le quali presentano nella parte superiore un simbolo di picozza con un numero e su quella inferiore un simbolo pala con un numero; le carte artefatto (40), le quali mostrano ciascuna da uno a tre artifatti di uno dei diversi tipi di reperto disponibili e le carte esibizione (16), le quali rappresentano le occasioni per ottenere punti.
Si tratta di un classico titolo veloce e senza troppe pretese, che si colloca in una fascia di prezzo contenuta (sotto ai 10 euro), con una grafica curata (Franz Klemens) e meccaniche abbastanza facili da proporre a chiunque.
A livello di componenti le carte non sono di primissima qualità, ma neanche pessime, per cui li considero più che adeguati allo scopo, con l'unica mancanza (più in linea di principio che perché la carenza si avverta davvero) legata al fatto che i punti devono essere annotati in un foglino a parte (non compreso, così come non c'è la matita).
Quanto a come il gioco gira direi che l'idea è semplice ed è implementata abbastanza bene, risultando il gioco potenzialmente veloce nel suo svolgimento, soprattutto se alcuni dei partecipanti prendono ad indire mostre a piè sospinto.
Nel contempo però l'elemento fortuna si fa sentire pesantemente, perché il collezionare reperti dello stesso tipo garantisce forti guadagni di punti potenziali e la loro uscita è casuale. Stesso discorso vale per la pesca delle carte scavo, che possono offrire maggiori o minori valori delle picozze e delle pale. Per quanto, quindi, si possa elaborare una propria linea di condotta, la fortuna può rivestire un forte peso.
La scalabilità, infine, non è perfetta, perché le carte da utilizzare sono quelle e, semplicemente, giocando in 4 si hanno a disposizione la metà dei turni rispetto al gioco a due ... ;)
Nel complesso quindi questo Paititi si presenta come giochino simpatico e gradevole, che costa il giusto. Nel contempo da esso non si può pretendere troppo, in quanto l'elemento alea può essere molto forte, risultando alla fine ben lontano dal risultato ottenuto lo scorso anno da Handler der Karibik.
Qui posso andare davvero alla velocità della luce, come suggerisce anche il titolo :)
I giocatori sono teorici investigatori (da 2 a 5 giocatori dai 7 anni in su, indipendente dalla lingua, salvo il manuale, in inglese e tedesco, 15 minuti a partita) chiamati a trovare i sospettati di diversi crimini sulla base di una descrizione sommaria. Le meccaniche sono quelle del riconoscimento in tempo reale di forme e colori ed è un titolo in larga parte indirizzabile ad un pubblico di bambini.
I materiali sono costituiti da un mazzo di carte (54) ognuna delle quali raffigura un certo numero di sospetti (da 1 a 3), in un certo colore (verde, arancio o blu) e di un certo tipo (uomo smilzo, uomo grasso o donna), cosicchè ci sono due copie di ognuna delle combinazioni disponibili (es 2 uomini smilzi blu, 1 donna arancione, ...) e da 3 dadi.
Ad inizio partita ogni giocatore riceve un tot di carte e ne pesca 10.
Ad ogni turno si tirano i dadi ed i partecipanti sono chiamati ad identificare rapidamente nella propria mano la carta che corrisponde alla combinazione identificata dai dadi (uno è per il colore, uno per la forma ed uno per il numero di persone sulla carta): il primo che la trova la può scartare. Si procede quindi ad un nuovo tiro di dadi e così via. Il primo che esaurisce le proprie carte, vince.
Parto dicendo che il gioco ha suscitato reazioni molto negative su BGG, lamentandosi gli utenti per il fatto che esso, così com'è, semplicemente non gira.
Al riguardo devo dire che, se non si considera il titolo come da proporre a bambini, posso essere in parte d'accordo. In effetti la meccanica del gioco, che non è nuova, perché già vista in diversi titoli (tra gli emuli, nella sezione bimbi, ho Socken Zocken della Haba , ma anche uno della Selecta con dei nanetti che è del tutto simile) prevede che si debba fare di corsa a cercare la carta giusta nel proprio mazzetto di carte, ma è tranquillamente possibile che entrambe le copie della carta identificata dal tiro dei dadi siano in mano alla stessa persona o che l'altra carta sia già uscita, per cui chi la ha in mano potrà fare con tutta tranquillità a cercarla, senza subire penalità per questo.
Se si perde la parte della velocità il gioco, però, perde completamente di senso e qui capisco gli utenti delusi di BGG.
La prima è che, tirati i dadi (tutti insieme, altrimenti il 'colpo d'occhio' si perde ...) si conta sino a cinque e se nessuno trova la carta, si va avanti ritirando i dadi (in questo modo se il giocatore non è veloce, perde l'occasione). Facendo così ho ottenuto qualcosa di gradito ai più piccoli, anche se la fortuna resta dominante.
La seconda variante prevede invece che le carte si mettano a formare un reticolo sul tavolo, visibili a tutti, di 6 x 6 carte (o 5x5 o quelle che volete): ad ogni turno si tirano i dadi ed il primo che identifica la carta giusta ci poggia sopra la mano, acquisendo il diritto di prenderla. Se la carta è giusta la tiene, se è sbagliata ne deve scartare una di quelle già acquisite. Si va avanti sino a che il mazzo non è esaurito e chi ha più carte vince. Si noti che è possibile giocare anche accettando che, se i dadi identificano una combinazione che NON è presente nelle carte sul tavolo, è possibile prendere una carta che abbia anche solo DUE delle tre caratteristiche indicate dai dadi. Chiaramente si potrà in questo caso prendere la carta solo dopo che si sia verificato che effettivamente sul tavolo la carta con i tre requisiti non c'è .. ;)
Giocato come sopra il gioco è piaciuto molto, sia ai più piccoli che ai più grandi. Peccato solo che praticamente è un gioco diverso, fatto con i materiali originari ma con regole che non coincidono con le originarie ;)
Detto questo, alla fine il gioco, come lo facciamo ora, piace ed i materiali e l'ambientazione sono gradevoli, per cui direi che ora come ora vale anche di più di Paititi. Ci sta anche, però, che il gradimento sia maggiore per il fatto che sto giocando un gioco che, praticamente, mi sono in parte inventato da solo ;)
Di per se, invece, con le regole base, Bakerspeed semplicemente non appare, diciamo, "troppo entusiasmante".
Per quanto riguarda Paititi mi sono fatto una "house rule" per cui, come azione aggiuntiva opzionale nella fase in cui si giocano i picconi scoperti sul tavolo, uno possa "sprecare" una carta per vedere due carte artefatto tra quelle disponibili. In questo modo al prezzo teorico di una carta "1/1 piccone/vanga" si può avere una idea su quale carta artefatto puntare invece di andare completamente alla cieca.
RispondiEliminaSaluti. Luca
Vado off topic perché nell'articolo leggo rimandi a Handler der Karibik che viene descritto come un gioco interessante. Io però lo sto provando su yucata.de e proprio non capisco cos'abbia di straordinario. La fortuna regna sovrana e davvero non ci sto trovando molto di valido. Forse sono io che non colgo l'essenza del gioco. Perché lo consideri un bel gioco?
RispondiEliminaE' un gioco che, pur dotato di componenti molto basici (due mazzetti di carte), declina bene la meccanica del push your luck, abbinandola ad elementi di gestionalità spicciola. Si tratta di un filler (che deve essere valutato in quanto tale), che ho proposto a diversi amici, riscontrando tra di essi un notevole successo, tanto che praticamente tutti i miei amici ne possiedono ora una copia ;)
EliminaDando un'occhiata anche su Yucata vedo che è uno dei 2-3 titoli più giocati in assoluto, per cui è chiaro che anche gli utenti del sito sembrano gradirlo, così come gradiscono altri titoli 'sbarazzini' e disimpegnati, categoria nella quale se la cava bene ..
Grande Fabio Game Designer! Ci sta tutta una bella puntata del Podcast sui giochi che non giochiamo seguendo il regolamento e/o sulle varie House Rule (forse una simile l´avevamo fatta?)
RispondiElimina:)
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